file 3d, riduzione pietra dolomia, 2021-2022
pietra dolomia, 30 x 25 x 15 cm, 2021-2022
pietra dolomia, 30 x 25 x 15 cm, 2021-2022
pietra dolomia, 30 x 25 x 15 cm, 2021-2022
pietra dolomia, 30 x 25 x 15 cm, 2021-2022
pietra dolomia, 30 x 25 x 15 cm, 2021-2022
pietra dolomia, 30 x 25 x 15 cm, 2021-2022
pietra dolomia, 20cm x 17cm x 10cm, 2023
pietra dolomia, 20cm x 17cm x 10cm, 2023
pietra dolomia, 20cm x 17cm x 10cm, 2023
pietra calcarea, 45cm x 30cm x 20cm, 2023
pietra calcarea, 45cm x 30cm x 20cm, 2023
pietra calcarea, 45cm x 30cm x 20cm, 2023
SASSI IN SASSI
PIETRE RIGENERATE
Le pietre rigenerate (riprogrammate) pongono una questione che riguarda il tema della ripetizione e della differenza, dal momento che nella loro forma ve ne è contenuta una seconda esattamente uguale alla prima, ottenuta grazie ad un procedimento di modellazione meccanica, attraverso il quale è stata ripetuta la forma di una pietra sulla pietra stessa a partire dalla sua virtualizzazione (attraverso scanner 3d), seguendo esattamente la linea del volume originale. Questo ha ridotto parte del volume roccioso, andando a perdere definitivamente quello originale. Una “cosa” ridotta dalla sua stessa forma, una critica a ciò che consideriamo dato per certo perché presente fisicamente. Tale processo si sottrae all’inedito e al nuovo, al pezzo unico e all’esclusiva, al gesto inimitabile, dato che l’unica possibile forma è quella operativa, nel farsi e ripetersi, ingrandirsi o ridursi. Ciò che davamo per assoluto come idea di realtà, in questo progetto si sottrae a favore del verosimile, poiché ripetuto attraverso un rapporto tra cosa come dato e cosa fisicamente presente, dove la cosa rimane sempre se stessa.
Questi Interventi sono presenti nel pianoro della Gazza di Recoaro Terme (VI), come elementi effimeri, non permanenti, poiché verranno ri-modellati dagli agenti naturali. Le pietre rigenerate segnano un appuntamento con la minaccia della perdita, in relazione al sistema cognitivo delle cose post-oggettuali, trasformate in dato.
“Stone of stone” The regenerated (reprogrammed) stones pose a question concerning the theme of repetition and difference, since their form contains a second one that is exactly the same as the first, obtained thanks to a mechanical modelling process, through which the form of a stone was repeated on the stone itself from its virtualisation (through 3D scanners), following exactly the line of the original volume. This reduced part of the rock volume, permanently losing the original one. A ‘thing’ reduced by its own form, a critique of what we take for granted because it is physically present. This process eschews the unprecedented and the new, the unique and the exclusive, the inimitable gesture, given that the only possible form is the operational one, in making and repeating itself, becoming larger or smaller. What we used to take for absolute as the idea of reality, in this project is subtracted in favour of the verisimilar, since it is repeated through a relationship between thing as given and thing as physically present, where the thing always remains itself.