imm omotetica sezione suolo lunare
omotetia lunare su terra, 120x120cm
omotetia lunare su neve, 100x100cm.
progetto per omotetia in un centro urbano
OMOTETIE
Recuperare l’immagine del suolo lunare per tradurlo in impronta terrestre, mette in correlazione due luoghi, quello del rapporto con la visione contingente (realtà fisica) e la condizione paesistica virtuale a prescindere dal soggetto che la pensa, questo sposta lo sguardo verso la formulazione di un paesaggio “temporaneo”, nonostante la sua presenza. Dall’esperienza di questi lavori nasce la sensazione che il nuovo paesaggio possa generarsi perché pre-esistente, già risolto in altro modo, dal dentro/fuori del nostro “pianeta”, grazie ai satelliti che non sono più in orbita per osservare l’infinito o l’ignoto, bensì per capovolgere le ottiche verso noi stessi. Partendo da questa idea le omotetie lunari diventano lo strumento per tradurre simmetrie visive, dove ciò che importa è tentare di scoprire effetti di “realtà” attraverso l’idea passiva del paesaggio.
“Homothety” Recovering the image of the lunar soil in order to translate it into a terrestrial imprint, correlates two places, that of the relationship with the contingent vision (physical reality) and with the virtual landscape condition regardless of the subject that thinks it. This shifts the gaze towards the formulation of a “temporary” landscape, despite its presence. The experience of these works gives rise to the feeling that the new landscape can be generated because it is pre-existing, already resolved in another way, from inside/outside our ‘planet’, thanks to satellites that are no longer in orbit to observe the infinite or the unknown, but rather to turn the optics towards ourselves. Starting from this idea, the lunar homotopies become the tool to translate visual symmetries, where what is important is to try to discover effects of ‘reality’ through the passive idea of the landscape.